Il POETA ROMANTICO: vita tra il reale e la ricerca del surreale

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I sentimenti, lo spirito, le emozioni, le sensazioni. Tutto ciò che è intangibile è protagonista del Romanticismo.
Il poeta romantico appare come un uomo che cerca di sfuggire dalla società, che gli appare limitata, per cercare qualcosa che possa appagare la sua anima; è un uomo senza meta, che guarda l’infinito come qualcosa di irraggiungibile. Seppur consapevole, però, dell’impossibilità di incontrare e prendere parte dell’infinito, egli non smetterà mai di cercarlo, tanto che Leopardi scrive Così tra questa/Immensità s’annega il pensier mio:/E il naufragar m’è dolce in questo mare. (1)

Il romantico si oppone a tutto ciò che è razionale, poiché deluso dalle Rivoluzioni popolari e dalla Rivoluzione Industriale, sulle quali le aspettative erano state assai più elevate rispetto a quello che poi si svolse nella realtà; dunque rifiuta e si oppone nettamente all’Illuminismo, dal momento che comprende il limite della ragione umana e preferisce dare fiducia allo spirito piuttosto che alla ragione, portatrice di false speranze. Vive secondo una spiritualità che trova le sue radici nel Medioevo, quando tutto appariva irrazionale e governato da quel Dio che risulta essere tanto lontano quanto vicino, infatti Novalis sostenne che Poeta e sacerdote erano in principio una cosa sola (2); il Medioevo viene rivalutato: se le età precedenti lo consideravano un periodo oscuro, primitivo, regnato dalla superstizione e privo di razionalità, il Romanticismo vede il Medioevo come il momento in cui si innestano le radici della storia; entrambi i periodi hanno in comune la visione del mondo all’insegna della spiritualità.
Si noti, appunto, come il romantico sia attratto da tutto ciò che sfugge ai sensi, alla realtà, ed insegua il mistero, l’ignoto, che non appare come qualcosa di negativo, piuttosto come qualcosa di oscuro, ma piacevole, cosa che si può cogliere dalle parole di Chateaubriand François Trovai da principio abbastanza piacere in questa vita oscura e indipendente (3).
La vita è invasa da forze spiritiche che guidano la vita dell’uomo, queste forze sono interne, partono dall’anima e sfuggono al controllo della mente.
Sembra che a muovere la mano del poeta sia una forza interna che nasca proprio dall’anima, poiché attraverso la poesia l’uomo rivela se stesso, senza costruzioni né finzioni, la poesia non è, come il raziocinio, facoltà da poter essere esercitata secondo le determinazioni della volontà (4) citando Shelley. Il poeta romantico è un uomo che con la poesia tira fuori i suoi sentimenti e le sue sensazioni più nascoste, senza nemmeno rendersi conto di ciò, e si lascia trasportare dalla magia del momento, dall’atmosfera che si crea quando mette a nudo la propria anima la quale, fuoriuscendo, avvolge tutto, e fa sì che egli giunga ad una dimensione surreale che sfugge alle leggi dell’intelletto. E tutto questo, quindi, influisce sulla visione del mondo, sulla percezione della realtà. Il poeta non vede la realtà seguendo un unico punto di vista, perché, un poeta è tale quando il mondo dell’immaginazione si sovrappone al mondo reale e materiale. Il poeta vede cose che un comune uomo, inglobato dalla frenesia della quotidianità, non riesce a cogliere; il poeta …vedrà cogli occhi una torre, una campagna; udrà cogli orecchi un suono d’una campana; e nel tempo stesso coll’immaginazione vedrà un’altra torre, un’altra campagna, udrà un altro suono.(5) Egli vive su un piano parallelo alla realtà, vede quello che è oggettivo, ma contemporaneamente, vive nel suo mondo che è il riflesso della sua anima.
Il romantico vive all’interno della sua interiorità che considera come unica realtà e quindi vede il mondo come la proiezione di se stesso. È incline allora a rifugiarsi in luoghi e tempi differenti, tendenza chiamata esotismo. Due sono i tipi di esotismo, quello temporale e quello spaziale. Entrambi portano l’uomo verso tempi e luoghi lontani, ignoti. Questo è dovuto al rifiuto della realtà, della quotidianità vista come grigia, piatta, informe. Anche se questa aspirazione sembra non trovare mai un punto fermo: il romantico è sempre in cerca di nuove sensazioni ed emozioni, infatti Chateaubriand François aggiunge Quella vita – riferito alla vita appartata- che m’aveva all’inizio affascinato, non tardò a divenirmi insopportabile. Mi stancai delle ripetizioni delle scene e delle stesse idee. Mi misi a sondare il mio cuore, a domandarmi che cosa desiderassi. Egli è sempre in cerca di qualcosa ed a volte non è nemmeno consapevole di cosa si tratti e dunque, sia col corpo che con la mente, viaggia senza sosta, alla ricerca dell’ignoto, o forse di se stesso. Come ogni movimento, nascono ovviamente delle tendenze che portano alle estreme conseguenze il pensiero e infatti l’inclinazione verso qualcosa di incerto, di indefinito può sfociare in un Romanticismo chiamato nero dove il male è l’oggetto verso cui si rivolge l’uomo, uomo che prova attrazione e fascino verso il male, che dà vita ad un mondo dominato da spiriti, esseri sovrannaturali, demoni… Elementi che chiaramente fanno nascere paura, sgomento e inquietudine nell’interiorità dell’uomo, si pensi ad Edgar Allan Poe che è il padre della letteratura dell’orrore.
In generale il poeta romantico pone al centro del suo studio il fascino del male, della morte, ma al Romanticismo nero si contrappone un Romanticismo positivo con al centro sentimenti patriottici; questo tipo di Romanticismo nasce dall’esigenza di consolidare l’identità del proprio paese attraverso lo studio della storia, della cultura, della lingua, di tutto ciò che concorre alla nascita di uno Stato. Questo interesse è generato comunque dal bisogno di fuggire dalla realtà presente e quindi l’uomo tende a rifugiarsi all’interno della storia passata verso la quale si rivolge con nostalgia.
Il romantico quindi sembra essere un eroe solitario che combatte contro il presente considerato privo dei veri valori propri del passato e si pone, dunque, contro la società utilitaristica con lo scopo di ripristinare i vecchi principi. Questa contrapposizione lo porta all’individualismo e all’esotismo, che sono quindi i due elementi preponderanti nella vita del romantico.
Alessandra Anzalone V A

(1)
(2) Giacomo Leopardi, Canti “L’infinito”
(3) Novalis, Frammenti (1800)
(4) Chateaubriand François de, René (1800 ca.)
(5) Percy B. Shelley, La difesa della poesia (1812)
(6) Giacomo Leopardi, Lo zibaldone (1827)

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